"Piccolo amore, sempre con noi"
La vita è un dono prezioso, e ogni battito che nasce è una storia che comincia. Ma la vita, così come inizia, un giorno finisce. A volte accade dopo tanti anni, quando il cuore è pieno di ricordi. A volte, invece, finisce troppo presto, prima ancora che quel piccolo respiro possa farsi sentire nel mondo.
Quando un fratellino o una sorellina non può più arrivare a casa, è importante parlarne con i bambini.
Non bisogna nascondere la verità né lasciare che il silenzio crei un vuoto difficile da comprendere. Anche i più piccoli devono essere resi partecipi, con parole semplici e dolci, perché se non si parla con loro e per loro, rimarranno con domande senza risposta, con un’assenza che non sanno spiegarsi.
Spesso gli adulti, nel tentativo di proteggere i bambini dal dolore, pensano che il silenzio sia la soluzione migliore.
Nei primi momenti del lutto i genitori devono anche fare i conti con lo shock e il trauma e può risultare molto difficile parlarne. Ma è importante trovare il giusto momento, con i nostri tempi e modi, perché un lutto taciuto non svanisce: resta sospeso, si insinua nei pensieri e nelle emozioni, creando sensazioni di tristezza e smarrimento senza una spiegazione chiara.
Frasi come “Non pensarci, sei piccolo, non puoi capire” oppure “Era solo un angioletto” possono confondere i bambini, facendoli sentire esclusi da un dolore che, invece, li riguarda profondamente.
Il non detto lascia spazio alla fantasia e talvolta anche a sensi di colpa.
Un bambino potrebbe immaginare che qualcosa di brutto sia successo per colpa sua, senza riuscire a trovare le parole per esprimerlo.
Oppure potrebbe sentire la tristezza della mamma e del papà senza capirne il motivo, sviluppando paure inspiegabili, ansia o insicurezza.
Alcuni bambini diventano più silenziosi, altri esprimono il loro disagio attraverso il gioco, il disegno o cambiamenti nel sonno e nell’alimentazione.
Nei più grandi, il lutto non elaborato può manifestarsi con difficoltà scolastiche, rabbia trattenuta o un bisogno eccessivo di attenzioni.
Per questo è fondamentale accogliere il bambino nelle sue emozioni, senza minimizzare né evitare l’argomento.
Dire frasi come “Non essere triste” o “Non ci pensare” può farlo sentire sbagliato nel provare dolore.
Al contrario, bisogna validare i suoi sentimenti: “Capisco che sei triste, anche io lo sono. Possiamo parlarne insieme”.
Offrirgli uno spazio sicuro per esprimersi aiuta a prevenire sentimenti di solitudine e abbandono.
I bambini di 3-4 anni in poi hanno bisogno di parole chiare: possiamo dire loro che il fratellino o la sorellina è stato con noi per poco tempo, ma che è esistito ed è stato amato fin dal primo battito.
Possiamo spiegare che la morte fa parte della vita e che, anche se fa male, fa parte del grande cerchio dell’esistenza. A volte succede dopo una lunga vita, altre volte troppo presto, prima ancora di poter crescere tra le nostre braccia.
La comunicazione è il primo passo per dare un senso a ciò che è accaduto. Il lutto, se elaborato in modo condiviso, aiuta a crescere con una maggiore capacità di affrontare le difficoltà della vita.
I bambini che imparano a parlare del dolore in famiglia svilupperanno una maggiore resilienza emotiva, capendo che le emozioni, anche quelle difficili, possono essere accolte e comprese.
Aanche leggere insieme un libro può aiutare a trovare le parole giuste e a sentirsi meno soli nel dolore.
"Il filo invisibile" di Patrice Karst racconta con semplicità il legame che ci unisce per sempre a chi amiamo, anche se non possiamo più vederlo.
"Sempre" di Emma Dodd, con le sue illustrazioni delicate, spiega ai bambini che l’amore non finisce mai, nemmeno con la morte. È un albo illustrato che tratta il tema dell’amore incondizionato e della sua persistenza nel tempo, anche di fronte alla separazione o alla perdita. È spesso consigliato per aiutare i bambini a comprendere che l’amore non finisce mai, nemmeno con la morte.
E per chi sente un grande vuoto dentro, "Il buco" di Anna Llenas può essere un modo per esprimere quel dolore che non si riesce a spiegare.
"Parlare della morte ai bambini" di Daniele Novara è un utile strumento per i genitori che vogliono affrontare questo tema con delicatezza, mentre "Piccoli lutti, grandi dolori" di Alberto Pellai aiuta a comprendere come sostenere il bambino in questo percorso.
Per aiutare i bambini ad elaborare la perdita, possiamo proporre anche piccoli gesti simbolici: accendere una candela bianca e accompagnare con amore l’anima del piccolo verso la luce, guardare il cielo e scegliere una stellina per lui, piantare un fiore o fare un disegno per ricordarlo. Creare un momento di raccoglimento e celebrazione dell’amore per il fratellino o la sorellina aiuta a dare un significato alla perdita e a trasformare il dolore in un legame che resta.
Ogni bambino ha il suo modo di vivere il lutto, e il tempo per elaborarlo è diverso per ciascuno.
L’importante è non lasciarli soli nel loro dolore, ma accompagnarli con dolcezza, senza paura di affrontare l’argomento. Perché il dolore non deve essere nascosto, ma condiviso: è l’unico modo per trasformarlo in amore. Anche se quel piccolo non è più con noi, il suo posto nel cuore della famiglia resterà per sempre.
Testo a cura della dottoressa Costanza Dilillo, Educatrice perinatale e Pedagogista, si occupa di benessere materno-infantile, accompagnamento alla genitorialità e rieducazione del gesto grafico. Conduce cerchi, rituali e percorsi dedicati alle famiglie.
Per approfondire: www.dalprimobattito.it
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