Sono Francesca, fondatrice del Progetto Piume di Sogni e questa è la storia mia e di Papà Marco. Raccontarla per noi è prezioso affinché i nostri piccoli puntini di luce, i figli che portiamo nel Cuore vengano ricordati e altri genitori e persone possano leggere di loro per sentirsi meno soli.
A inizio 2021 io e il mio compagno, dopo sei mesi di convivenza meravigliosa abbiamo deciso di iniziare a cercare il Figlio che tutti e due tanto desideravamo.
E’ stato davvero emozionante parlarne insieme e decidere…Era sera, ricordo bene che fui io a dirgli per prima di voler diventare mamma e i suoi occhi si sono illuminati e inumiditi di lacrime subito dalla gioia. Io soprattutto avevo la speranza di riuscirci a breve ma, visto anche i miei 35 anni cercavo di non avere troppe aspettative. In effetti dopo alcune analisi pre concezionali e l‘ “ok” della Ginecologa abbiamo iniziato a provare ed è arrivato in brevissimo tempo. Era l'8 Aprile 2021 e sentivo di essere incinta non so ne ero certa…Decido di fare il test da sola e senza nemmeno dirglielo. La mattina prestissimo mi alzo e sentivo che "c'era qualcosa" ..anche se il ciclo doveva arrivar proprio quel giorno. Dopo pochi minuti compaiono le 2 linee…Una più sbiadita ma ci sono!!!Incredula torno correndo in camera alle 6 del mattino in lacrime per la gioia con lui che dormiva …mi infilo nel letto al buio con il viso bagnato dal pianto: "aspettiamo un bambino"!!!Mamma mia che emozione. Lui felicissimo ancora assonnato quasi incredulo........GIOIA PURA!!!Restiamo a letto un’ora e mezza abbracciandoci, parlando, sognando il futuro in tre. Io cammino ad un palmo da terra mi sento da subito così importante, così piena di amore..Inizio ad informarmi su mille cose per il bambino. Devo ammettere che MAI avevo pensato al classico “attendere i primi 3 mesi” per sentirsi “sicuri”. Davvero per me dal primissimo momento ero Mamma e felice come mai prima. Purtroppo alcuni giorni dopo inizio ad avere dolori alla pancia e ai reni. Sento che qualcosa non va. Sono molto stanca e penso sia per l’inizio della gravidanza ma non so…era come se qualcosa in me mi diceva che dovevo temere. Infatti alle 18,00 della sera dopo ho avuto una prima perdita di sangue. Era abbastanza chiaro e mi sono subito allarmata. Telefono a lui in lacrime. Era fuori ma e' arrivato in 10 minuti...Chiamiamo la Dottoressa che mi dice che non c’è molto da fare e “non rischio nulla” perchè è ancora molto presto. Ricordo che pensavo “Non rischio nulla”...Se non perdere il mio bambino. Si, perchè per me era già mio figlio, il mio bambino. Da subito! Mi stendo, riposo totale. Lui accanto a me. Meraviglioso, delicato, dolce. Arriva sera tardi e i dolori aumentano e lui mi tiene le mani sulla pancia..Ci guardiamo, ci coccoliamo, piangiamo..speriamo quasi che il tocco delle sue mani possa "guarire" il nostro piccolino ma arrivano altre perdite che durano tutta la notte e io in bagno sul bidet con lui accanto guardo le perdite scendere e gli dico: "non c'e' piu', non c'e' piu'." Viene chiamata "biochimica" ed e' piu' o meno un ciclo "normale" ma al cuore pesa come un macigno perche' sai che non e' un "ciclo normale" ma tuo Figlio.
Tutti ne parlano come fosse stato una cosa “normale” .. che può accadere specialmente alla prima gravidanza.. e le frasi che fanno male arrivano proprio da chi pensavi avrebbe capito: “non era ancora niente era un filamento devi andare avanti dai!”
Frasi che oggi non mi toccano minimamente allora mi riempivano di dolore e tristezza. Mi chiedevo perché, perché a me, a noi. Ho trovato moltissimo supporto in alcune persone che magari non avrei immaginato potessero darmelo. E’ bello quanto possiamo stupirci a volte… Poi devo ammettere che in me è tornata subito il desiderio di riprovare e ne parlo con il mio compagno. Troviamo la forza, decidiamo di volerlo e ad Agosto 2021 ero incinta. La seconda volta l’emozione per me era stata “strana”. Gioia e felicità mista subito alla paura di perdere anche lui/lei. Ricordo che questa volta anche il mio compagno aveva avuto “bisogno di me” per cercare una rassicurazione e avevo detto che si, pensavo davvero sarebbe andata bene e non dovevamo temere. Aveva appoggiato l'orecchio alla pancia, che a noi sembrava già grande...E mi aveva detto di poter sentire il battito!
La forza dell’emozione…Eravamo solo all’inizio e non poteva sentirsi nulla! Mia suocera mi aveva anche confidato che il mio compagno aveva chiesto se notava il mio pancino era già gonfio e teso. E quanto ne andavo fiera…La pancia la tenevo in fuori quasi per far capire che il nostro Sogno stava diventando realtà. E sulla lavagnetta che usavamo per scriverci dei pensieri una mattina prima di uscire avevo scritto "buongiorno papà'" perchè in fondo anche io, pessimista per natura, ci avevo creduto davvero che sarebbe andata bene.
Questa gravidanza, seppur breve, mi ha subito riportata a quanto successo la volta prima e temevo per le beta...Quindi stupidamente facevo test con l’indicatore di settimane e una volta vedendolo “sceso” mi ero preoccupata moltissimo e così anche il mio compagno. La ginecologa mi disse di smettere con qui test!
E con il prelievo del sangue monitorare l’andamento che in effetti andava bene!
Montagne russe di emozioni...Momenti meravigliosi e magici ma la paura che tutto potesse finire. Le frasi d’amore puro come “dai da mangiare a tutti e due” che il mio compagno mi diceva mi riempivano di speranza.
Ma poi ecco di nuovo le brutte notizie. Al controllo abbiamo scoperto che avevo un aborto interno ritenuto. All’inizio hanno dato qualche possibilità ma poi con l’ultima eco c’era un forte distacco e la ginecologa mi disse che avrei avuto sicuramente delle perdite spontanee nei giorni avvenire.
Le parole della Dottoressa non le avevo quasi ascoltate ma ormai avevo capito. Ero fredda, quasi impassibile ho detto solo un “ok grazie”. C’era mia mamma con me perché il mio compagno non aveva potuto perché lavorava. L’appoggio e il sostegno di una mamma non hanno confini ma ricordo quando avrei voluto lui. Mentre pagavo la fattura per la visita ho iniziato a sentire come una cascata di rabbia mista a tristezza e disperazione che voleva fluire e sono dovuta correr fuori, abbassando finalmente la mascherina FFp2 per prender fiato ed espirare facendo uscire tutte le lacrime che avevo. Il ritorno a casa. Attesa, paura. Provavo una sofferenza psichica ed emotiva molto grandi per il senso di impotenza e ignoto ma anche perché sentivo che nessuno che mi capiva…O meglio nessuno mi capiva come avrei voluto. Ho amici meravigliosi cosi’ come la mia Famiglia ma davvero in quei momenti era davvero difficile per me sentirmi totalmente compresa. E’ normale. Tutti fanno del loro meglio, dicono quel che sentono giusto dire e magari ti abbracciano per darti forza ma poi sei tu a dover affrontare tutto, di nuovo.
Passano i giorni. Niente perdite. Provo anche un trattamento olistico con la medicina cinese e tanto tanto accudimento, empatia e delicatezza del meraviglioso Luigi, operatore olistico che mi segue da tempo e che ringrazio con tutto il mio Cuore.
Purtroppo anche questo non ha aiutato. Le perdite non arrivavano ma almeno Luigi mi aveva accarezzato l’anima così dolorante e triste facendomi sentire accolta e COMPRESA.
“Se entro 3-4 giorni non succede dovrai decidere se intervento chirurgico o farmaci. Io ti consiglio i farmaci non avendo mai avuto figli è meglio.” Dice così la Dottoressa, telefonicamente non mi sono tanto chiari i pro e i contro di una o l’altra scelta e nemmeno tempi e modi. Allora cerco informazioni su internet in merito alla scelta farmacologica ma non capisco molto e le regole variano leggermente da regione a regione. Principalmente cercavo la possibilità di farlo privatamente perché così avrei potuto tornare a casa o almeno avere una stanza solo mia con il mio compagno ma pare non sia possibile per legge. Incappo anche in alcune esperienze dirette leggendo su forum e parlando con una amica. Sembra quasi meglio il raschiamento. Mi sento quasi “in colpa” di questo voler capire, sapere, approfondire.
Non riesco però a richiamare la Dottoressa per chiarire meglio. Avrei dovuto sentirmi libera di telefonare anche 10 volte no? Si parla di salute, si parla della perdita di un figlio. Ma è presto…”va via con 2-4 pastiglie” Qualche perdita abbondante ed è tutto finito”. Dentro di me il ricordo vivo della “biochimica” di qualche mese prima. Ora sono “più avanti”…Quante saranno le perdite e se sentivo già allora che era mio figlio come potrò superare il dolore di questa volta. Ma al telefono quando spaventata chiamo un paio di consultori queste sono le frasi che mi sento dire. Mi hanno proprio passato l’ostetrica ma lei ha detto così e l’altra ha anche aggiunto che “si sa” in Emilia Romagna “la cosa” è possibile solo all’Ospedale. “Inutile che insista Signora”. Insistevo perché era come se non volessi arrendermi a passare tutto il giorno sola in ospedale mentre perdevo il mio bambino. Si, volevo farlo a casa. Volevo il mio compagno. Avevo bisogno di farlo rifugiandomi nelle sue braccia ma non è stato possibile. Sono così andata infine in Ospedale dove, dopo lunghe attese, controlli e molta freddezza del personale sanitario, mi hanno prenotato l’aborto farmacologico per una mattina alle ore 7,00. Day hospital dalle 7,00 alle 17,00 in camere da 2-4 e senza il proprio compagno accanto. 8 ore chiuse in fredde camere .. con personale davvero poco preparato nel mio caso soprattutto sul lato umano di quello che l’assistenza empatica e compassionevole che meriterebbe il parto senza battito (si, lo chiamo così anche a sole 9 settimane..!) . Non so bene perché ma non voglio soffermarmi su questi dettagli o forse è perché sono ancora oggi, a più di un anno, uno dei ricordi peggiori. Ma ricordo la donna che mi era accanto. Come me li per aborto interno che sento ancora oggi e che è stata così dolce e amorevole quando, dopo le pastiglie, alle primissime perdite le lacrime mi scendevano e non per il dolore fisico!Grazie anche alla mia psicologa e alle amiche e amici che insieme al mio compagno sono state con me telefonicamente tra sms e chiamate. Perché è proprio questo che fa la differenza.
Parlo del fatto di poter essere supportata, informata, compresa. Questo in primis dovrebbe arrivare dal personale sanitario. Avrebbe fatto la differenza poter prendere le pastiglie per metter fine alla gravidanza dopo l'aborto ritenuto con la vicinanza del mio compagno o con qualcuno in ospedale che mi avesse detto anche solo semplicemente: "tranquilla andra' tutto bene, siamo qui per te."
Ho scritto altre volte ricordando dei momenti in ospedale passati da sola e ricevendo un trattamento totalmente privo di sensibilita'. Quasi come si fossi li per una "piccola cosa". Era "piccolo" si, ma per me era tutto. Sin da subito bisognerebbe essere trattati come una mamma, una mamma che deve dire addio al suo bambino.
E allora scriviamo questo testo per ricordare i piccoli puntini di luce che hanno viaggiato anche se per poco con noi e con la speranza di contribuire nel nostro piccolo affichè sempre piu' le cose possano migliorare in ottica respectfulcare nelle strutture ospedaliere e anche nella Società. Per abbattere i tabù e sensibilizzare in modo che chi deve affrontare un intervento chirurgico o farmacologico o una interruzione terapeutica, chi partorisce senza battito e chi soffre, chi vive un lutto venga sempre accompagnato con rispetto, delicatezza, competenza ed empatia.
Con amore e Luce.
Mamma Francesca e papà Marco