Sono una mamma di 30 anni e ho perso la mia bambina il 10 dicembre 2022 a 19 settimane a causa di un'infezione mista (ureoplasma ed escherichia coli). Quest'infezione mi ha causato la rottura prematura delle membrane e ho partorito viva la mia bimba il 10 dicembre 2022 alle ore 21:57, due giorni dopo aver rotto le acque. Premetto che la mia ginecologa di riferimento è stata negligente perché, nonostante le continuassi a dire di avere piccole perdite ematiche marroncine, lei sosteneva che fosse a causa del distacco amniocoriale che avevo all'inizio della gravidanza (incolpandomi che fosse a causa del fatto di aver cercato subito un'altra gravidanza, quando invece dopo aver partorito il primo figlio ho aspettato 9 mesi rispetto ai 5 che lei mi aveva stabilito, in più al Policlinico Agostino Gemelli mi avevano detto che avrei potuto subito avere altri figli una volta ristabilito il ciclo perché le mie condizioni di salute erano ottime), escludendo che avessi in corso un'infezione.
Mai prescritto tamponi vaginali, solo analisi del sangue e urine che erano perfette! Mi sono fidata di lei, visto che durante la prima gravidanza mi aveva seguito bene. Ho già un bimbo di 1 anno e 9 mesi, nato a dicembre del 2021. Il 6 dicembre ho notato delle perdite rosastre e sono corsa da lei per un'altra visita. Ero agitata e lei mi disse che era tutto a posto, che al collo dell'utero si vedeva un piccolo coagulo e forse questo mi causava le perdite; inoltre mi aveva trovato una colica renale di 10 cm a destra. Arrivata a casa con la cura prescritta che avevo immediatamente preso, mi era partito il travaglio, ma pensando che fosse la colica renale, mi sono addormentata per il dolore. Il giorno dopo, non potendone più, sono corsa al Policlinico Agostino Gemelli, facendomi ricoverare d'urgenza. Mi dissero che l'avrei persa perché il canale del parto si stava aprendo e che ero in travaglio attivo. Il giorno dell'immacolata ho rotto le acque e due giorni dopo l'ho partorita. Ho chiesto quali fossero i miei diritti in pronto soccorso e nessuno mi ha risposto, così ho preteso cosa voler fare con la mia bambina. Sono stata collaborativa coi medici e loro poco chiari con me su cosa mi stesse succedendo (c'era chi mi diceva che lei non ce l'avrebbe fatta, chi diceva che non ce l'avrei fatta io e chi invece che ce l'avremmo fatta entrambe). Così ho deciso di esserle madre fino alla fine! L'ho vista nascere e sono stata con lei il tempo che mi serviva per dirle addio. Era nata viva ed era rimasta con me per 15 minuti, poi ha esalato il suo ultimo respiro. Pesava 200 gr ed era lunga 20 cm. È indescrivibile il dolore dell'assistere impotente alla morte della mia bambina! Avevo lottato per lei con tutte le mie forze, ho represso tutti i sentimenti per concentrarmi sulla terapia, alla quale stavamo rispondendo bene entrambe. Avevo firmato tutte le procedure invasive, anche quelle che mettevano in pericolo la mia vita perché, in quel momento, avevo messo al primo posto lei. Per me i figli sono la cosa più importante e di fronte alla scelta tra loro o me, ho scelto di morire io. Ero consapevole di avere un altro bambino a casa, ma dovevo lottare anche per lei. Li ho cercati entrambi e mi sentivo veramente uno schifo nel lasciar morire uno di loro. Così, a testa alta, ho detto ai medici che ero pronta a tutto, a patto che mi rendessero partecipe di ogni cosa che dovevano farmi. Ero nel reparto di patologia ostetrica, accanto alle incubatrici dove sentivo pianti di bimbi e in stanza con me avevo mamme che felicemente attendevano il loro bambino. Conoscevo quella gioia, l'avevo provata l'anno prima con mio figlio Jonathan. È stata dura dover sopprimere tutta la sofferenza che provavo nel non poter mai sentire il pianto della mia bambina e vedere la felicità nei volti delle altre mamme. Il mio volto era spento, ma tenevo duro per lei perché speravo che con le infiltrazioni di liquido amniotico artificiale, la gravidanza procedesse. Invece si era fermato tutto!
Avrei dovuto iniziare l'11 le infiltrazioni, ma il 10 la sera (dopo aver riabbracciato mio figlio che non vedevo da giorni, mio marito e mia madre, venuta dalla Romania) mi sono ritrovata il cordone ombelicale penzolarmi tra le gambe. Da lì a poco, fino a quando mi hanno portato in sala parto, la bambina già stava a metà fuori. Ci hanno lasciato sole e me la sono coccolata e baciata fino a quando non me l'hanno portata via. Siamo rimaste sole per 30 minuti. Mio marito era già arrivato a casa e l'ha vista in videochiamata.
Eravamo stremati dal dolore ed io l'ho baciata anche per lui, anche se non è la stessa cosa. Mi sentivo una fallita, la principessa che lui ha tanto desiderato e per la quale ho lottato con tutta me stessa, se ne stava andando. Prima di lasciarmi, si era aggrappata a me e aveva l'istinto di ciucciarmi il camice. Le ho preso la manina e sono rimasta a guardarla. Era bellissima! Ho fatto delle foto al volo, un'ostetrica addirittura quand'era nata, ne aveva scattata una. Il resto ho fatto io. Dopo 15 minuti la mia piccola Elsa, fece 2 sussulti e mi lasciò. Dissi al personale medico che l'avrei portata a casa perché non tolleravo l'idea che venisse buttata come un rifiuto (mi dissero che se si fossero occupati loro della sepoltura, non avrei saputo il luogo dove avrebbe riposato). Avevo firmato un sacco di scartoffie, ero scombussolata per via dei farmaci, ma ho letto ogni riga con la bimba fra le braccia. Avevo chiesto persino l'anestesia spinale per il raschiamento perché la placenta non si era staccata, in modo da rimanere vigile durante l'intervento. Mio marito insieme ai miei familiari e i suoi si erano avviati per il funerale. Il 12 dicembre finalmente mi avevano dimessa e sono corsa subito a vedere la mia bimba all'aubitorio, ma per 2 giorni di fila mi impedirono di vederla perché le stavano facendo l'autopsia. Solo il 14 dicembre, giorno del funerale l'ho rivista! Era sfigurata a causa dell'autopsia che non avevo richiesto, anzi rifiutato, ma la fecero lo stesso. Per me era bellissima lo stesso, ma ero davvero arrabbiata per aver eseguito una cosa che avevo rifiutato (bastava esaminare la placenta, dato che il test del DNA fetale fatto a 10 settimane di gestazione era perfetto)! Le pompe funebri hanno lasciato tutto nelle mie mani come segno di rispetto. L'ho vestita, messa nella bara, ma prima che arrivassero, l'ho accarezzata e baciata per l'ultima volta, con tanto di foto e video! Abbiamo fatto il funerale, anche lì tante foto e video di lei per non dimenticarmi nessun dettaglio. Dopo il funerale abbiamo scelto la cremazione e la custodia delle ceneri a casa ed ora la nostra bimba, fisicamente è di nuovo con noi. Non volevo lasciarla sola in un cimitero, nella pioggia, nel freddo, nel caldo afoso dell'estate. Si sa che fine fanno una volta scaduto il tempo del posto di sepoltura, così la cremazione è stata una svolta per noi.
Per la mia Elsa, la mia guerriera che ha dimostrato di essere forte, ho dato tutto come madre e rifarei tutto allo stesso modo. Non ho rimpianti, sono stata forte per lei, per entrambi i miei figli. Ammetto che è un vuoto che mai si colmerà, ma credo fortemente alla reincarnazione e spero che la mia bimba torni da me! Il terzo figlio non prenderà il suo posto, ma rivedrò in lui o lei un po' della mia piccolina! Attendo ancora a cuore aperto il mio/a bimbo/a arcobaleno!